mercoledì 16 maggio 2012

Nereo Rocco. La leggenda del Paron


Fino al 31 luglio Trieste celebra il centenario della nascita di Nereo Rocco. Il leggendario allenatore, noto come “Paròn” . Un uomo vero, con doti di comunicatore e psicologo, non troppo avvezzo alla notorietà, dedito al suo lavoro. La mostra porta in luce non solo il calcio ma un’intera epoca, con l’ammirazione per l’uomo Rocco.
Ecco qualche motivo per visitare la mostra, e anche la città, già che ci siete.


Vinca il migliore! Cio', speremo de no.
1.  “Vinca il migliore!  Cio’, speremo de no.”  Probabilmente la frase più famosa di Nereo Rocco, un allenatore conosciuto anche da chi di calcio ne sa poco. In mostra ci sono varie panche sulle quali sono scritte le frasi più famose di Rocco. Un po’ di italiano e un po’ di triestino: l’essenza dell’uomo Rocco.

2. Spogliatoio: è quello del Padova ricostruito in mostra, con armadietti che contengono sorprese (aprire e vedere!). Rocco è stato il primo a trasformare un posto dove semplicemente si fa la doccia in un luogo dove  si discutono gli schemi di gioco ma anche i problemi personali dei giocatori: tra tattica e psicologia.

3. La nuova Era dell’allenatore: con Nereo Rocco ed Helenio Herrera le squadre di calcio degli anni Sessanta iniziano ad essere identificate  con il nome dell’allenatore.

4. Il poeta e il calciatore: Umberto Saba e Nereo Rocco si incrociarono nei caffè di Trieste, ma pare che non si siano mai parlati. Il poeta scrisse alcune poesie tra cui Goal.  Di questa esiste una rara registrazione Rai che si può vedere in mostra.  Camminate nel centro storico di Trieste alla scoperta dei caffè storici.
Campo virtuale in mostra:provate a fare goal.


5. “Me vergogno”: in mostra si scopre che Rocco fece un carosello per pubblicizzare una marca di abbigliamento. Quando vide Milano tappezzata di cartelloni pubblicitari con la sua foto, si vergognò.

6. Primi!: in mostra c’è la Coppa dei Campioni vinta nella stagione  1962/63, è la prima della storia del Milan e la prima del calcio italiano.

7. Correva l’anno 1982:  Rocco fu il capostipite dei grandi allenatori nati nel Friuli Venezia Giulia. In mostra ci sono la pipa e altri cimeli di Bearzot, in omaggio ai trent’anni dai mitici mondiali dell’82.

8. Buon compleanno:  il 20 maggio 1912 nasceva a Trieste Nereo Roch.

9. Tutti a scuola: in mostra la pagella di Nereo Roch, anno scolastico 1923/24.

10. Era di certo un tipo Roch: il cognome di Nereo Rocco era di origine austriaca (il nonno arrivò a Trieste da Vienna) ed era Roch (con l’acca). Nel 1925 venne italianizzato in Rocco. Nereo ricordava spesso che “ mi son de Cecco Beppe” . 

11. Lo voleva anche Fellini:  il regista  vedeva in Rocco un tipo burbero, sentimentale e simpatico, giusto per il suo Amarcord.
In fin dei conti, è solo calcio....


12. Ce l’ho, mi manca: in una teca c’è un album di figurine con le firme di molti giocatori. Serie A, 1967/68.

13. Teche: sono quelle della Rai che documentano , con preziosi filmati, gli anni celebri del Paròn, con immagini eccezionali come Celentano che intervista Rocco al termine del derby Milan – Inter nel 1968.

14. "La se presenti al mio ufficio": è l’osteria, luogo amato da Rocco.  Al secondo piano del Magazzino 26 è stata allestita l’osteria del Paròn dove degustare piatti tipici e il vino che celebra il centenario , prodotto da Marco Felluga.
L'Osteria del Paròn

15. A garanzia dell’esposizione c’è Gigi Garanzini, noto giornalista, biografo di Rocco e curatore della
mostra.

A Trieste, bechèr
16. "A Milano comendatòr, a Trieste bechèr":  figlio di un macellaio che riforniva di carne le navi che attraccavano a Trieste, Rocco preferì come “manzi” i giocatori del Padova.

17. Mister a chi? : Rocco non voleva esser chiamato Mister ma semplicemente Signor Rocco.

18. Magazzino 26: location della mostra. Suggestivo edificio lungo 244 metri, nel cuore del Porto Vecchio, con mattoni a vista, pavimenti in legno o cemento, travi in ferro, colonne in ghisa con capitelli corinzi. Dalla terrazza si può dare uno sguardo sull’architettura portuale ed industriale dell’ottocento europeo, sui settecentomila metri quadrati del Porto Vecchio che si sta recuperando.
Magazzino 26 al Porto Vecchio: la sede della mostra

 19. C’era una volta: tra le vecchie vie, gli alti edifici, le rotaie del Porto Vecchio sono state girate alcune scene di film come C’era una volta in America di Sergio Leone e Il Padrino di Francis Ford Coppola.


20. Bus linea 11: arrampicatevi tra la Trieste residenziale per camminare su vie e scalinate del quartiere dove Rocco tornava ogni domenica sera. Passate per via Tarabochia e scendete alla fermata della salita Donghi.

Scala Donghi

Il tram di Opicina
21. Mangiare da triestini: nei tradizionali buffet dove da mattina a sera, ininterrottamente, si trovano bolliti di carne di maiale, prosciutto, salsiccia e crauti, jota, gulash, gnocchi alle prugne e una birra bionda. I più famosi:  Pepi, da Rudy, Siora Rosa.

22 .Passeggiate sul Molo Audace e ammirate la grandiosa scenografia di Piazza Unità d’Italia.

23. Fate un giro sul tram di Opicina: panchette in legno e panorami mozzafiato.

24.  “…‘ndemo ragazzi, dài!” : l’invito di Rocco ai suoi giocatori prima di entrare in campo. Un invito anche per noi, ancora oggi, a cent’anni dalla sua nascita.


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