“In una città straniera mi oriento con il cibo e
l’immaginazione” . L’opinione dell’aforista americano Mason Cooley (in City
Aphorisms 1986) spiega come la conoscenza della cucina tipica dei luoghi che
visitiamo sia parte importante di un viaggio.
La conoscenza dei cibi, delle
tradizioni culinarie, di ricette particolari, è un elemento che in alcuni casi
può diventare anche il motivo che spinge al viaggio. Prodotti tradizionali che
non rientrano nella nostra quotidiana lista della spesa stuzzicano la nostra
curiosità.
Ma attenzione! Il sito del National Geographic ha pubblicato un
articolo dal titolo “Buoni da morire” , una serie di fotografie e spiegazioni su cibi che possono trasformare il
desiderio di conoscere le tradizioni gastronomiche di altri paesi in un momento
poco piacevole.
A ricordare che ormai il cibo è componente rilevante del
viaggio ci ha pensato anche il New York Times che ha chiesto ai suoi
corrispondenti di fare un elenco dei cibi europei che valgono il viaggio.
Insomma, se è vero che la globalizzazione porta ogni sorta di cibo in quasi
ogni angolo del globo, assaggiare i cibi tradizionali nel loro luogo di
origine, pare avere tutto un altro sapore. Ed ecco che, nella lista del NYTimes, tra i cibi italiani troviamo il pesto ligure e la granita siciliana.
Il desiderio di fare classifiche non si ferma. Dopo il
Salone nazionale del biscotto ad Alessandria, il network gastronomico
Dissapore, ha fatto il censimento dei biscotti che bisogna provare almeno una volta nella vita. Un elenco diviso per regioni: chi volesse studiare un viaggio è già a
buon punto.
E voi, per assaggiare quali cibi vi mettereste in viaggio?
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