venerdì 14 ottobre 2011

L'Aquila: turismo per rinascere


Sullo sfondo il Massicco del Gran Sasso
“Ai turisti direi di venire a L’Aquila e di visitare i dintorni della nostra città. Il paesaggio è bellissimo, l’aria è buona, le strutture ricettive sono di prima qualità”.
L’invito è di Giampaolo Arduini, vicesindaco e assessore al turismo della città colpita dalla grande scossa di terremoto la notte del 6 aprile 2009.
Avvicinarsi a L’Aquila porta un insieme di emozioni: le immagini della devastazione e dei tanti campi di tende blu non sono facili da dimenticare, come le storie e la paura raccontate dai media. Oggi il dolore e la volontà di ripartire e ricostruire convivono nei racconti della gente che ricorda i primi giorni dopo il sisma e ribadisce il desiderio di non venire dimenticata. 

A due anni e mezzo dal sisma una parte della popolazione è tornata a casa, altri abitano in edifici prefabbricati edificati alle porte della città. L’Aquila ha ripreso a vivere solo in parte: il primo edificio a tornare agibile è stata la chiesa di Collemaggio. La bella facciata a conci bianchi e rosa era protetta da un ponteggio per il restauro e il sisma l’ha risparmiata.  

In Corso Federico II e Corso Vittorio Emanuele hanno riaperto alcuni negozi e caffè, segno di una vita che riprende. In Piazza Duomo la chiesa delle Anime Sante, divenuta uno dei simboli del terremoto, è aperta, ma solo per metà.  

Continuano a zampillare, riconsegnate alla città nel 2010, le 99 cannelle della fontana orgoglio e simbolo degli aquilani.
Il terremoto ha danneggiato molte bellezze architettoniche ma ha anche restituito alcune tracce risalenti al medioevo, delle cose che, per paradosso, non si sarebbero mai trovate senza il sisma. Adesso il progetto è di fare delle visite guidate alla scoperta di  questi nuovi tesori. 

La Piana di Roio
È guardando ai panorami fuori dalla città che si scorge la bellezza della conca aquilana, che si apre ai piedi del Massiccio del Gran Sasso ed è protetta dalle pareti verdi degli Appennini del Parco Sirente – Velino. Ambienti e paesaggi che riservano sorprese, in un mondo naturale che ricorda il carattere degli abruzzesi: fieri, orgogliosi e accoglienti.



Rocca di Cambio
Rocca di Mezzo
Dal piccolo Tibet di Campo Imperatore all’ampio Altipiano delle Rocche, il paesaggio accoglie con una natura a tratti selvaggia e panorami punteggiati da piccoli paesi arroccati agli orli dei monti. Il Gran Sasso e Campo Felice offrono occasioni per lo sci e le escursioni, le Grotte di Stiffe portano nel cuore della terra fra canyon, cascate e concrezioni calcaree. 

San Pietro a Rocca di Cambio
Gli amanti del cinema possono ripercorrere alcune sequenze del film “Il ritorno di don Camillo”, con Fernandel e Gino Cervi, ammirando la chiesa di San Pietro in cima al paesino di Rocca di Cambio : il carattere focoso di don Camillo gli costò l’esilio in questo borgo di montagna a 1434 metri d’altitudine, avvolto in un’atmosfera tranquilla.
Gli amanti dei media moderni possono cercare padre Osman: il parroco delle comunità della Piana di Roio, che ha cantato alla Corrida e continua a portare la sua testimonianza ogni sabato mattina a Radio L’Aquila 1, con l’obiettivo di accompagnare i giovani aquilani verso un positivo cammino di ricostruzione, della città e della vita.
Una vita che è cambiata molto, per tutti, e che il web ha ricordato pochi giorni fa, a 30 mesi dal terremoto, con la messa in rete di film realizzati durante i primi mesi nei campi
Una città che rivive nei ricordi e nelle foto antecedenti al sisma, inserite dai cittadini nel sito del “Progetto noi L’Aquila” .
(Nel sito di Abruzzo Turismo  si trovano informazioni per dove dormire e dove mangiare in città).

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