Sullo sfondo il Massicco del Gran Sasso |
“Ai
turisti direi di venire a L’Aquila e di visitare i dintorni della nostra città.
Il paesaggio è bellissimo, l’aria è buona, le strutture ricettive sono di prima
qualità”.
L’invito
è di Giampaolo Arduini, vicesindaco e assessore al turismo della città colpita
dalla grande scossa di terremoto la notte del 6 aprile 2009.
Avvicinarsi
a L’Aquila porta un insieme di emozioni: le immagini della devastazione e dei
tanti campi di tende blu non sono facili da dimenticare, come le storie e la
paura raccontate dai media. Oggi il dolore e la volontà di ripartire e
ricostruire convivono nei racconti della gente che ricorda i primi giorni dopo
il sisma e ribadisce il desiderio di non venire dimenticata.
A
due anni e mezzo dal sisma una parte della popolazione è tornata a casa, altri
abitano in edifici prefabbricati edificati alle porte della città. L’Aquila ha ripreso a
vivere solo in parte: il primo edificio a tornare agibile è stata la chiesa di
Collemaggio. La bella facciata a conci bianchi e rosa era protetta da un
ponteggio per il restauro e il sisma l’ha risparmiata.
In Corso Federico II e
Corso Vittorio Emanuele hanno riaperto alcuni negozi e caffè, segno di una vita
che riprende. In Piazza Duomo la chiesa delle Anime Sante, divenuta uno dei simboli
del terremoto, è aperta, ma solo per metà.
Continuano
a zampillare, riconsegnate
alla città nel 2010, le 99 cannelle della fontana orgoglio e simbolo degli
aquilani.
Il
terremoto ha danneggiato molte bellezze architettoniche ma ha anche restituito alcune
tracce risalenti al medioevo, delle cose che, per paradosso, non si sarebbero
mai trovate senza il sisma. Adesso il progetto è di fare delle visite guidate alla
scoperta di questi nuovi tesori.
La Piana di Roio |
È
guardando ai panorami fuori dalla città che si scorge la bellezza della conca
aquilana, che si apre ai piedi del Massiccio del Gran Sasso ed
è protetta dalle pareti verdi degli Appennini del Parco Sirente – Velino. Ambienti e paesaggi che riservano sorprese, in un mondo naturale che ricorda il
carattere degli abruzzesi: fieri, orgogliosi e accoglienti.
Rocca di Cambio |
Rocca di Mezzo |
Dal piccolo Tibet di Campo Imperatore all’ampio Altipiano delle Rocche, il
paesaggio accoglie con una natura a tratti selvaggia e panorami punteggiati da
piccoli paesi arroccati agli orli dei monti. Il Gran Sasso e Campo Felice offrono
occasioni per lo sci e le escursioni, le Grotte di Stiffe portano nel
cuore della terra fra canyon, cascate e concrezioni calcaree.
San Pietro a Rocca di Cambio |
Gli
amanti del cinema possono ripercorrere alcune sequenze del film “Il ritorno di
don Camillo”, con Fernandel e Gino Cervi, ammirando la chiesa di San Pietro in
cima al paesino di Rocca di Cambio
: il carattere focoso di don Camillo gli costò l’esilio in questo borgo di
montagna a 1434 metri d’altitudine, avvolto in un’atmosfera tranquilla.
Gli
amanti dei media moderni possono cercare padre Osman: il parroco delle comunità
della Piana di Roio, che ha cantato alla Corrida
e continua
a portare la sua testimonianza ogni sabato mattina a Radio L’Aquila 1, con l’obiettivo di accompagnare i giovani aquilani verso un positivo cammino di
ricostruzione, della città e della vita.
Una
vita che è cambiata molto, per tutti, e che il web ha ricordato pochi giorni
fa, a 30 mesi dal terremoto, con la messa in rete di film realizzati durante i
primi mesi nei campi.
Una
città che rivive nei ricordi e nelle foto antecedenti al sisma, inserite dai
cittadini nel sito del “Progetto noi L’Aquila” .
(Nel
sito di Abruzzo Turismo
si trovano informazioni per dove dormire e dove mangiare in città).
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