venerdì 17 febbraio 2012

Costa Concordia e il turismo delle crociere

Il molo dell’Isola del Giglio probabilmente non aveva mai visto così tante persone tutte insieme. La notte fra il 13 e il 14 gennaio resterà nella memoria: la notte del naufragio della Costa Concordia. 

In un mese si sono accavallate notizie, storie di uomini e donne, di coraggio ed eroismo, di paura e sgomento. Ad un mese dall’incidente sono molte le domande ancora senza risposta.
La macchina della giustizia sta facendo il suo lavoro. A chi si occupa di turismo resta da interrogarsi sugli aspetti e sui risvolti turistici di  questo avvenimento.


È tutto da scoprire l’impatto che il naufragio avrà sull’Isola del Giglio: da un lato viene da pensare che la piccola isola è divenuta molto famosa e potrà essere meta di un prossimo turismo, mentre i turisti cosiddetti delle lacrime (quelli che sono andati a vedere di persona il gigante spiaggiato) sono già arrivati. Ma c’è anche la preoccupazione per il futuro ambientale della zona: le tonnellate di carburante ma anche di cibo, detergenti e altre sostanze contenute nella nave sono un grave rischio per il mare e le coste dell’isola.

L’immagine del bianco gigante del mare fa sorgere domande anche sull’effettivo impatto delle navi da crociera sull’ambiente marino. Navi sempre più grandi (si dice che il gigantismo abbia fatto abbassare i costi delle crociere) solcano i mari e approdano in porti di località dall’equilibrio molto delicato. Basti pensare a Venezia: le navi da crociera passano in Bacino San Marco e regalano ai crocieristi uno scenario spettacolare. Tuttavia queste grandi navi creano uno spostamento d’acqua notevole, senza considerare poi il consumo di carburante e i fumi degli inceneritori di bordo impegnati a smaltire le scorie prodotte da tre-quattro mila persone ogni giorno.

Si pensa all’effetto economico sulle città in cui le navi attraccano.  “Le crociere pesano poco sulle strutture turistiche locali perché sono in larga misura alternative a esse - dice Stefano Landi, esperto di turismo e presidente della società di ricerca SL&A  - . La maggior parte dei crocieristi non dorme negli alberghi, non mangia nei ristoranti ma fa tutto a bordo. Per poter ospitare queste enormi navi i porti hanno bisogno di banchine lunghissime. Non solo. Bisogna prevedere anche degli immensi parcheggi in grado di ospitare i pullman che aspettano i passeggeri per le escursioni. Questi lavori stanno tutti in una zona di bilancio che non si chiama né crociere né turismo, si chiama Ministero delle infrastrutture”.

Intanto il Ministero dell’Ambiente ha deciso di regolamentare le rotte crocieristiche con l’obiettivo di evitare futuri “inchini” delle navi. E riguardo a Venezia si sta studiando come creare una stazione marittima fuori dalla zona più delicata della città. 

Forse quello delle navi da crociera è un turismo da ripensare ragionando con i criteri del turismo responsabile, pensando anche a chi su queste navi ci lavora.
Per avere una visione laterale delle crociere resta imperdibile il libro di David Foster Wallace “Una cosa divertente che non farò mai più”, edizioni Minimum Fax .

Dopo il primo impatto poco rassicurante e il crollo in borsa del titolo Carnival, proprietaria di Costa Crociere, il mercato segna comunque una discreta ripresa. Sia Msc che Royal Caribbean segnalano che c’è stato un rallentamento degli acquisti da parte di  chi si avvicinava per la prima volta al viaggio in nave, mentre gli affezionati non si sono fatti coinvolgere dalle vicende recenti. Non è lo stesso per Costa, il cui amministratore delegato, Pier Luigi Foschi, ha dichiarato che l’azienda ha perso il 35 per cento dei clienti rispetto allo stesso mese dello scorso anno, che la società ha avuto un grosso colpo mediatico, con un marchio che ne sta uscendo massacrato. C’è poi la questione del risarcimento danni ai passeggeri tra accordi, cause, class action. L’accordo raggiunto tra Costa Crociere e le Associazioni di Consumatori prevede un rimborso di 11mila euro a passeggero per coprire la perdita del bagaglio e degli effetti personali, il danno psicologico e quello da vacanza rovinata. Ma la compagnia si è impegnata a versare ulteriori somme: il prezzo pagato per la crociera (comprese tasse portuali), i transfer aerei e bus compresi nella pratica, il viaggio di rientro, le spese mediche e i costi sostenuti durante la crociera. Intanto Codacons ha avviato un’azione internazionale per il risarcimento.

Il web è zeppo di news continuamente aggiornate, di immagini, video, ricostruzioni, fino alle parodie, compresa l'ironia di di David Letterman .
Coinvolgente emotivamente il Reportage del Corriere della Sera, mentre il National Geographic si è interrogato sulle crociere disastro che hanno cambiato il modo di viaggiare
annunciando che farà anche un documentario raccogliendo immagini e video che i protagonisti del naufragio della Costa Concordia vorranno inviare.

In questi giorni sono iniziate le operazioni per svuotare i serbatoi della nave che poi verrà rimossa e pare non sarà più utilizzata. Cercando di dare risposte alle tante domande sul futuro delle crociere, resta il pensiero per quella notte, per le vittime e per i dispersi.

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