L’aveva annunciato già da tempo, ma in questi giorni la notizia rimbalza nel web. Ferran Adrià ha spento i fornelli del suo elBulli il ristorante che dal 2006 al 2009 è stato dichiarato il miglior ristorante del mondo dalla rivista britannica “Restaurant”. Per dovere di cronaca va segnalato che nel 2010 elBulli ha lasciato il podio al Noma di Copenaghen.
Nella suggestiva Cala Montjoi a Roses, nella spagnola Costa Brava, dal 31 luglio non c’è più il via vai dei clienti che aspettavano anche un anno per aggiudicarsi una cena nel famoso locale, dove lo chef sperimentava una cucina assolutamente innovativa, che destrutturava quella tradizionale (elBulli the golden ticket - video)
Il sito internet di elBulli dichiara che il ristorante è stato convertito in Fondazione, con riapertura probabile nel 2014, e che non si accettano prenotazioni.
Ferran Adrià era noto a molti, ma ora sembra ancora più famoso: come quando una celebre stella dello spettacolo si ritira dal palcoscenico e un po’ tutti le dedicano un omaggio.
Segnaliamo alcuni servizi nel web:
- un’intervista in L’Espresso food&wine
- un articolo de LaStampa che racconta qualche retroscena
- il blog “Goloso e Curioso” che riporta la stroncatura che il famoso critico Edoardo Raspelli fece ad Adrià nel 1999.
Intanto in America è uscito il documentario: vedi il trailer “El Bulli:cooking in progress”
Sembra che il mondo degli enogastronomi e degli appassionati di cucina si stia dividendo tra chi si sentirà orfano e chi invece non soffrirà per la perdita.
C’è chi si interroga su chi potrà prendere il posto di Adrià come miglior chef del mondo.
Forse toccherà a un italiano? E sarà un discepolo sulle orme del cuoco che destruttura o sarà un ferreo difensore della tradizione e delle tipicità italiane?
E poi c’è chi non soffrirà assolutamente la mancanza di Adrià e preferisce, alla cucina creativa ed esperenziale (secondo il grande chef al suo ristorante si andava non per mangiare ma per fare un’esperienza) il semplice ristorante vicino a casa. C’è chi preferisce un posto dove si va per mangiare, bene, e basta, e anche questa può essere un’esperienza.
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